sabato 10 gennaio 2009
Proiezioni di distanze ancora da percorrere.
lunedì 5 gennaio 2009
Pubblicare un romanzo online. In tre parti.
venerdì 2 gennaio 2009
Un'intera adolescenza passata così.
martedì 30 dicembre 2008
Tre poeti che cavalcavano il duemila.
Ultimatum all'editoria italiana.
lunedì 29 dicembre 2008
Già. Già.
domenica 28 dicembre 2008
Un sensazionale scrittore di roba pulp.
sabato 27 dicembre 2008
Non prendetevela con me. Incazzatevi con la mia ispirazione.
venerdì 26 dicembre 2008
L'ultimo pezzo di un ponte verso un futuro che ancora non si è capito
Un posto dove scrivere non significa più che sbadigliare
giovedì 25 dicembre 2008
Quando uno scrittore scompare senza che nessuno vada a Chi l'ha visto?
lunedì 22 dicembre 2008
La tua strada non è necessariamente la tua strada.
domenica 21 dicembre 2008
Gli scrittori sono coglioni vestiti a festa
venerdì 19 dicembre 2008
Questione di stile.
giovedì 18 dicembre 2008
Quante cazzate si possono scrivere in una sola vita letteraria
Cercare una definizione precisa a tutto. Anche con la forza.
mercoledì 17 dicembre 2008
Tristi divagazioni sentimentali su quanto una poesia non sia poesia pur sembrando tale
martedì 16 dicembre 2008
Serenità del non capirsi
venerdì 12 dicembre 2008
Concentrarsi sullo scrivere
martedì 9 dicembre 2008
Il Meccanismo. Ovvero come per coronare un sogno, i sogni vanno messi da parte
La mia prima volta con una casa editrice fu con la Baldini&Castoldi subito dopo il netto rifiuto della Mondadori. Diciamo che puntavo in alto.Avevo sedici anni ed avevo scritto un libro. Intero. Storia originale. I quarantenni venivano già definiti all'epoca scrittori esordienti e c'era Enrico Brizzi che a 21 anni aveva steso Jack Frusciante ed aveva venduto mi pare un milione di copie. Caso letterario + scrittore esordiente. Io avevo sedici anni, cinque di meno.Ce l'avete presente quando un manipolo di stupidi adulti stanno cercando affannosamente un oggetto di vitale importanza e tu che sei piccolo piccolo riesci ad infilarti da una parte dove quel maledetto oggetto riesci a trovarlo? E ce l'avete presente quando poi quell'oggetto, acciuffi l'angolo della giacca del primo adulto e cerchi di mostrarglielo, ma ti rendi conto che essendo così alto percepisce soltanto ciò che viene detto alla sua altezza e che quindi non può sentirti?Bene, io ero il bambino ed avevo trovato l'oggetto, ma per quante giacche tiravo, nessuno aveva la pazienza di chinarsi ad ascoltarmi. Sapete perché? Era troppo impegnato a trovare l'oggetto.Baldini&Castoldi fu all'epoca l'unico adulto che senza neppure voltarsi verso di me, mi disse almeno "Sì, sì, ti ascolto" mentre continuava a dar retta ad altro. Ma tutto questo non avvenne per grazia: avevo beccato il famigerato concorso per esordienti e neppure lo sapevo. Fu per questo che accettarono di visionare il mio testo, e io che credevo che mi stessero ascoltando soltanto perché fossi un bambino!Certo che anche il nostro incontro fu un caso.Il giorno che chiamai la Mondadori e mi dissero che non accettavano nuove proposte ci rimasi di merda. Scesi da casa e decisi di farmi una passeggiata per rimuginarci su e vedere il da farsi. Finii fermo a pensare davanti ad un'edicola e, sovrappensiero, colsi il nuovo capolavoro di Brizzi. Lui con la sua cagata di amore adolescenziale ce l'aveva fatta.Entrai nell'edicola e raccolsi il libro, con rabbia. Andai dritto all'ultima pagina: Baldini&Castoldi, via Crocefisso 21, Milano. Mi fiondai a casa a reperire il numero e il resto l'ho già scritto prima.A quell'epoca, a sedici anni, conosci solo la Mondadori, la Fabbri editore, la Deagostini e qualche altra casa editrice che senti nominare in Tv. E credi, da stupido adolescente, che queste siano case editrici e che lavorino per proposte che vengono valutate. Credi davvero che la Fabbri pubblichi dei libri. Non sai che quelle case editrici sono case editrici da edicola, pubblicano solo best seller o testi classici, collezioni per deficienti. La Mondadori si è imposta sul mercato rompendo le palle a tutti gli scrittori famosi dell'epoca perché pubblicassero con lei qualche testo. Il suo fondatore era un imprenditore, non aveva un sogno letterario o culturale e da buon arrivista ha sistemato i suoi conti e ha mandato tutti a cagare. Ora pubblicano i libri dei vip o sui vip, non gliene frega più niente a questa gente se i veri scrittori se ne stanno nascosti nell'ombra mentre Oriana Fallaci può (o meglio poteva) alzarsi la mattina, scrivere una merdata e vendere in tutta Italia.A sedici anni queste cose non le sai. Credi che le case editrici siano il porto degli scrittori. Tu scrivi cazzate certo, ma credi che almeno te le valuteranno o ti daranno una possibilità. Invece stai facendo un gioco che credi sia la realtà.Io, tornando al dunque, la Baldini&Castoldi neppure la conoscevo. La conobbi per caso. Grazie a Brizzi. Mi diede delle speranze e questo bastò per farmi credere che un futuro, in un modo o nell'altro, ci sarebbe stato.Considerate che in quei sei mesi in cui il mio primo romanzo venne valutato (o magari non valutato) per il concorso, io stesi più di metà di Skizzando nel vento. Ciò vuol dire che continuai a scrivere. Quando arrivò la mazzata che il primo libro non aveva superato il concorso (strano, avrei creduto che a sedici anni mi sarebbe stato permesso presentare qualunque cagata), mi dissi sono a metà, tanto vale terminare questo secondo libro di merda.Se mi avessero risposto no sei mesi prima, io neppure ci avrei messo mano ad un'altra pagina bianca da riempire. Ed invece, come per coincidenza, Skizzando nel vento era una stronzata sugli amori adolescenziali. Che caso! Proprio come Jack Frusciante bestseller di quel periodo pubblicato da Baldini&Castoldi!Per ringraziarla di avermi ascoltato, le stavo confezionando il regalo che più le si addiceva: un libro di merda con i criteri giusti perché vendesse a palate. Quando glielo mandai altri sei mesi dopo non furono dello stesso parere. Non c'era nessun concorso quell'anno. La Baldini si era fatta i soldi ed io avevo ormai venduto i miei ideali per niente. Poco importava, tanto se non avessi scritto Skizzando nel vento, non avrei scritto niente proprio in quel periodo, come infati fu.Dovevo ancora decidere se sarei diventato uno scrittore oppure se i miei ideali valevano ancora qualcosa. Optai per gli ideali e quindi non sarei mai diventato uno scrittore.
domenica 7 dicembre 2008
Immagini sacre di un Pantheon tutto da rifare. O forse no?
Vedi vedi vedi i grandi scrittori. Vedi quelli che hanno avuto successo, quelli che hanno scosso l'opinione pubblica convergendo milioni e milioni di consensi/dissensi/critiche ed elogi sui propri testi. Vedi quelli che hanno fatto parlare di sé. Vedi quello che dicono, lascia stare quello che sono stati. Vedi come lo dicono. Vedi? Lo fanno ssssenza alcun dubbio in modo mmmmolto diverso da te. Qualunque cosa dicano o, meglio, scrivano. E' così perché sennò non sarebbero definiti Scrittori. Tu invece, che cosa avresti dello Scrittore? Fermo di fronte alla vetrina di una libreria nell'Ipercoop dove eravamo, me ne stavo a dirmi queste terribili cose mentre osservavo le copertine dei libri in versione cartonata che quell'anno si erano aggiudicati il posto in prima fila. I grandi Scrittori italiani. E io non c'ero. Qualcuno si era dimenticato di far pubblicare il mio testo. No, aspetta. C'era qualche problema di fondo: che cosa aveva portato quelle odiose copertine e quegli stupidi titoli ad essere pubblicati e messi in bella mostra proprio davanti a me? Davvero non avrei saputo dirlo, fatto sta che quei libri vendevano e questo era tutto ciò che bastava facessero per far ammettere i loro scrittori in un Pantheon tutto da rifare. Ma se qualcuno avesse pubblicato un mio testo? Certo, sì, sarei anch'io entrato nel Pantheon. London diceva che quello degli editori era un meccanismo complesso da prendere a mazzate finché qualcosa nel meccanismo non si rompeva. Dovevi essere più tenace di lui. Semplicemente. Il talento non contava. Il talento si crea, basta che qualcuno parli bene di te, ti faccia pubblicità. Per esempio una casa editrice. Certo, certo, è tutto fasullo, gli scrittori non esistono, gli scrittori vengono creati dalla gente e non necessariamente per merito reale. E allora che cosa stiamo a parlare a fare? Per spiegare a tutta questa gente che non stiamo parlando di niente. Io sono il più grande scrittore di tutti i tempi, che ci crediate o meno, datemi il tempo e ve lo dimostrerò. Devo solo aggiustare il tiro contro il meccanismo. Più o meno.