lunedì 5 gennaio 2009

Pubblicare un romanzo online. In tre parti.

Alla fine di ogni battaglia, ho sempre avuto indietro, un po' tumefatto, almeno me stesso. Ci metto poco a rimettermi in sesto. Ultimo esperimento. Io sono nato solo per sperimentare. Stili. Temi. Alchimie del verbo. E storie dalla contorsione inverosimile. Pubblicare un romanzo online. Parte prima. Scegliere il testo più diretto tra tutti quelli che hai scritto. Stronzata per stronzata, chissà perché, io ho scelto Skizzando nel vento. E' il più semplice da correggere.   Alleggerire la pesantezza del testo eliminando tutte le cazzate che non servono e incantano gli occhi del lettore portandolo a pensare ad altro. Modificare i titoli dei capitoli invogliando il lettore a cliccare sul nome del tuo post. Una volta dentro è fregato: o legge o se ne va affanculo. Testare i titoli dei capitoli su vari siti cercando di comprendere la migliore combinazione di lettere per catturare più lettori possibile. Pompare un po' il volume delle letture sui siti dove è possibile. Magari inserire un commento ingannatore con qualche saluto o dedica a qualche inesistente commentatore di vecchie pubblicazioni. O anche vero. Pubblicare un capitolo per volta. Attendere. Analisi: di tutto l'esperimento, diciamo che il commento ingannatore è quello meno funzionale allo scopo di catturare il lettore. Il lettore si infastidisce perché il testo non è dedicato a lui o si imbarazza quando magari gli viene dedicato. Se prima una volta ti ha commentato, adesso non se lo sogna neanche. Pubblicare un romanzo online. Parte seconda. Inserire da qualche parte una cazzo di trama del testo. Molto leggera. Puntata più sul contenuto diretto che su divagazioni sentimentali o filosofiche sullo stile e cazzate varie. Se nella trama vi sono forti provocazioni il lettore la prende a sfida e va a vedere che cazzo hai scritto. Attenzione però: il lettore poi parte col pregiudizio. Sforzarsi a rispondere ad ogni commento aumentandone il numero visibile dalla home. Più commenti ci sono e più uno è tentato di accedere al testo. Pompare il volume delle visite. Fa sempre bene. Certe volte non ti ricordi di averlo fatto e credi davvero di avere avuto tipo duecentoquarantadue lettori. Aumenta l'autostima. Attendere. Analisi 2: devo fare un'analisi per forza ad ogni parte dell'esperimento? Domande: e se non lo leggono neppure così? Non lo so vaffanculo, per adesso proviamo e poi ci pensiamo, ok? O forse vorrà dire per davvero che ho scritto solo cazzate. Pubblicare un romanzo online. Parte terza. Perseverare nel pubblicare i capitoli con ordine (es. una volta a settimana o ogni due giorni, ecc...) senza velocizzare in presenza di forti opinioni positive, né rallentare e demoralizzarsi in assenza di lettori e commenti. I lettori puoi sempre pomparli tu per poi dimenticartene. Una volta terminata la pubblicazione a capitoli su un sito, raccogliere dopo circa una settimana tutte le parti del testo e pubblicarle in un ultimo enorme file con il titolo di TITOLO (versione integrale). Meglio con commento visibile in home di ringraziamento per l'attenzione. Allegare al post tutti i commenti ricevuti con riferimento ai vari capitoli. Si ottengono in tal modo due importanti effetti: 1) Il numero di commenti ad opera appena pubblicata è già elevato ed i lettori si incuriosiscono; 2) Si intasa la lista degli ultimi commenti arrivati, molto spesso presente in home page. Questa procedura, va detto, fa molto incazzare tutti gli altri autori del sito. Ma cattura invece gli avventori occasionali nei giorni di presenza del titolo sulla home. Attendere.Analisi 3: Skizzando nel vento spaccò in due tutti i siti su cui fu pubblicato. Dopo incerti inizi e incessanti attese di giorni, qualcosa iniziò a muoversi intorno ad esso. Io non lo so che cosa fosse, so solo che le visite cominciarono ad esserci e non ce le aggiungevo tutte io. Erano frequenti. E man mano che andavo avanti con la pubblicazione, i vecchi capitoli venivano ripresi e forse letti. Era un romanzo vero e proprio con la sua romanzesca lunghezza. Le parti erano di circa cinque o sei pagine A4. Mi prefissi di continuare a pubblicarlo anche se non ci fosse stato nessun commento, ad oltranza. E di non commentare nessuno per il momento. Potevo spingerlo a sentirsi obbligato a ricambiare. Il test doveva essere alquanto scientifico. Era l'ultima reale possibilità che mi stavo dando. Dopo questa io e internet ci saremmo visti solo per i siti porno. Tre o quattro capitoli più tardi cominciai a capire che il tutto non mi bastava. Non avevo pazienza. Non ce la facevo proprio. Cominciai a rallentare le pubblicazioni. A salvare il tutto venne Arcel Nis. O meglio, il suo commento. Aveva letto la spregiudicata trama sul blog e aveva pensato di punirmi leggendo il primo capitolo del testo e smascherando la scarsezza di qualità. Lei stessa ammise di essersi ricreduta leggendo e prese a commentare ogni capitolo successivo, chiedendomi di continuare a pubblicarlo. Nel frattempo su tutti gli altri siti su cui era stato diffuso, il primo capitolo aveva ricevuto diversi commenti. Tutti riportavano la stessa lamentela. Troppo lungo per un monitor. Magari avendolo su carta sarebbe stato un buon testo. Già. Già. Diteglielo voi agli editori che non avevano voluto starmi a sentire. Diteglielo voi a Ladisa e alla Baldini&Calstoldi che in questi dieci anni chissà che cazzo avevano pubblicato di così eccezionale. Una piccola breccia si era aperta. Grazie a questa ragazza che neppure conoscevo e che faceva lo sforzo immane di sorbirsi quel gran malloppo praticamente ogni due giorni. All'ottavo capitolo smise di commentarlo. Ma ve lo giuro, mi aveva letteralmente, per la prima volta, fatto sognare per più di una settimana. Era la persona che per più tempo aveva seguito il testo e da quello che trassi dai suoi commenti, leggerlo per lei era ormai diventato un passatempo divertente. Io continuai a pubblicarlo. Le visite furono sempre di meno, anche se i capitoli precedenti venivano comunque ripresi. Persino il primo. Sugli altri siti non aveva lo stesso seguito, ma anche lì c'era qualcuno che tornava indietro a leggersi gli arretrati. Per la prima volta mi parve di avere un pubblico. Che forse non mi ammirava. Ma almeno seguiva quello che facevo. Il mio lavoro non era inutile.  Arrivai al penultimo capitolo ed un'altra piccola magia internettiana avvenne. Trovai un commento dopo dieci o undici pubblicazioni in cui nessuno aveva pensato di postare neppure un saluto o un mavaffanculo. Il commento era di un ragazzo che aveva frequentato il liceo in cui Skizzando nel vento era ambientato. Mi disse di averlo trovato per caso e di averlo letto tutto d'un colpo. Per lui era un bel libro. In più i ricordi di quell'epoca gli erano riaffiorati alla mente e lui diceva che il libro aveva questa capacità molto forte di rievocare. Era forse il suo scopo primordiale. Il motivo per cui era stato steso nel lontano 999. Dopo una settimana pubblicai il tutto in versione integrale con allegati i commenti di Arcel e del ragazzo della mia scuola. La pagina fu visitata da 1200 persone nei due giorni di permanenza in home. Sugli altri siti c'erano capitoli seguiti anche da quattrocento lettori. Commenti zero. O quasi. A me andava bene lo stesso. Avere la pallida speranza che qualcuno stesse leggendo il libro non mi faceva sentire più solo.  Alla fine su neteditor il testo raggiunse le 1424 visite con una contraffazione di sole 30 da parte mia. Diciamo che tenni l'indice al posto suo per vedere meglio cosa succedeva. Alcuni che scesero in paese per le festività natalizie mi fermarono per strada per complimentarsi. Per dirmi che avevano letto il testo. Che era un buon testo. Per la prima volta mi sentii uno scrittore e anche se non dovesse mai più succedere niente nella mia sottospecie di esperienza letteraria, signori! io ho un precedente. La mia leggenda letteraria si è compiuta. Perché Skizzando nel vento, mi guardai attorno, l'avevo scritto io. Non c'erano dubbi.          

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