martedì 9 dicembre 2008

Il Meccanismo. Ovvero come per coronare un sogno, i sogni vanno messi da parte

Dunque il problema erano le case editrici. Mmm... vediamo un po'.

La mia prima volta con una casa editrice fu con la Baldini&Castoldi subito dopo il netto rifiuto della Mondadori. Diciamo che puntavo in alto.Avevo sedici anni ed avevo scritto un libro. Intero. Storia originale. I quarantenni venivano già definiti all'epoca scrittori esordienti e c'era Enrico Brizzi che a 21 anni aveva steso Jack Frusciante ed aveva venduto mi pare un milione di copie. Caso letterario + scrittore esordiente. Io avevo sedici anni, cinque di meno.Ce l'avete presente quando un manipolo di stupidi adulti stanno cercando affannosamente un oggetto di vitale importanza e tu che sei piccolo piccolo riesci ad infilarti da una parte dove quel maledetto oggetto riesci a trovarlo? E ce l'avete presente quando poi quell'oggetto, acciuffi l'angolo della giacca del primo adulto e cerchi di mostrarglielo, ma ti rendi conto che essendo così alto percepisce soltanto ciò che viene detto alla sua altezza e che quindi non può sentirti?Bene, io ero il bambino ed avevo trovato l'oggetto, ma per quante giacche tiravo, nessuno aveva la pazienza di chinarsi ad ascoltarmi. Sapete perché? Era troppo impegnato a trovare l'oggetto.Baldini&Castoldi fu all'epoca l'unico adulto che senza neppure voltarsi verso di me, mi disse almeno "Sì, sì, ti ascolto" mentre continuava a dar retta ad altro. Ma tutto questo non avvenne per grazia: avevo beccato il famigerato concorso per esordienti e neppure lo sapevo. Fu per questo che accettarono di visionare il mio testo, e io che credevo che mi stessero ascoltando soltanto perché fossi un bambino!Certo che anche il nostro incontro fu un caso.Il giorno che chiamai la Mondadori e mi dissero che non accettavano nuove proposte ci rimasi di merda. Scesi da casa e decisi di farmi una passeggiata per rimuginarci su e vedere il da farsi. Finii fermo a pensare davanti ad un'edicola e, sovrappensiero, colsi il nuovo capolavoro di Brizzi. Lui con la sua cagata di amore adolescenziale ce l'aveva fatta.Entrai nell'edicola e raccolsi il libro, con rabbia. Andai dritto all'ultima pagina: Baldini&Castoldi, via Crocefisso 21, Milano. Mi fiondai a casa a reperire il numero e il resto l'ho già scritto prima.A quell'epoca, a sedici anni, conosci solo la Mondadori, la Fabbri editore, la Deagostini e qualche altra casa editrice che senti nominare in Tv. E credi, da stupido adolescente, che queste siano case editrici e che lavorino per proposte che vengono valutate. Credi davvero che la Fabbri pubblichi dei libri. Non sai che quelle case editrici sono case editrici da edicola, pubblicano solo best seller o testi classici, collezioni per deficienti. La Mondadori si è imposta sul mercato rompendo le palle a tutti gli scrittori famosi dell'epoca perché pubblicassero con lei qualche testo. Il suo fondatore era un imprenditore, non aveva un sogno letterario o culturale e da buon arrivista ha sistemato i suoi conti e ha mandato tutti a cagare. Ora pubblicano i libri dei vip o sui vip, non gliene frega più niente a questa gente se i veri scrittori se ne stanno nascosti nell'ombra mentre Oriana Fallaci può (o meglio poteva) alzarsi la mattina, scrivere una merdata e vendere in tutta Italia.A sedici anni queste cose non le sai. Credi che le case editrici siano il porto degli scrittori. Tu scrivi cazzate certo, ma credi che almeno te le valuteranno o ti daranno una possibilità. Invece stai facendo un gioco che credi sia la realtà.Io, tornando al dunque, la Baldini&Castoldi neppure la conoscevo. La conobbi per caso. Grazie a Brizzi. Mi diede delle speranze e questo bastò per farmi credere che un futuro, in un modo o nell'altro, ci sarebbe stato.Considerate che in quei sei mesi in cui il mio primo romanzo venne valutato (o magari non valutato) per il concorso, io stesi più di metà di Skizzando nel vento. Ciò vuol dire che continuai a scrivere. Quando arrivò la mazzata che il primo libro non aveva superato il concorso (strano, avrei creduto che a sedici anni mi sarebbe stato permesso presentare qualunque cagata), mi dissi sono a metà, tanto vale terminare questo secondo libro di merda.Se mi avessero risposto no sei mesi prima, io neppure ci avrei messo mano ad un'altra pagina bianca da riempire.  Ed invece, come per coincidenza, Skizzando nel vento era una stronzata sugli amori adolescenziali. Che caso! Proprio come Jack Frusciante bestseller di quel periodo pubblicato da Baldini&Castoldi!Per ringraziarla di avermi ascoltato, le stavo confezionando il regalo che più le si addiceva: un libro di merda con i criteri giusti perché vendesse a palate. Quando glielo mandai altri sei mesi dopo non furono dello stesso parere. Non c'era nessun concorso quell'anno. La Baldini si era fatta i soldi ed io avevo ormai venduto i miei ideali per niente. Poco importava, tanto se non avessi scritto Skizzando nel vento, non avrei scritto niente proprio in quel periodo, come infati fu.Dovevo ancora decidere se sarei diventato uno scrittore oppure se i miei ideali valevano ancora qualcosa. Optai per gli ideali e quindi non sarei mai diventato uno scrittore.    

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