mercoledì 17 dicembre 2008

Tristi divagazioni sentimentali su quanto una poesia non sia poesia pur sembrando tale

Per quel signolo lettore a cui la mia traccia di penna arriverà restando impressa a vita, io scriverò, ma soprattutto pubblicherò quanto ho da pubblicare. Questo mi dissi riprendendo con buona volontà ad occuparmi dei meccanismi internettiani e delle frequenze su cui lanciare i miei messaggi più intimi traendoli direttamente dalla materia informe universale e dando loro una specie di forma scritta. Che cazzo ho scritto? Comunque. Liberodiscrivere non era il posto per me. O forse lo era perché nel frattempo che scrivevo ancora non avevo trovato un degno sito con cui sostituirlo. Tutto questo finché Antonello Cassan non mi mandò una mail su cui scriveva che lo stato del sito cambiava e che stava per diventare a pagamento. Costava poco. Ma io non avevo neanche quello da investire. Mi diedi tempo un mese per pubblicarci ancora e poi avrei levato le tende. Pubblicai ancora e i commenti negativi tornarono. 'Questa non è poesia, poesia, oesia, esia, sia, ia, ia'. O. Decisi che qualcosa non andava o che qualcosa dovevo fare, non c'era verso, o meglio c'era, ma non era considerato poesia, appunto. Punto. Una sera del gennaio letterario più triste che avessi mai vissuto scrissi una cazzata veloce veloce. Si chiamava Radio Ga Ga dedicata al grande Mercury. Più tardi scrissi un altro testo. Più tardi ancora un terzo. La mia non era poesia. Che scrivevo a fare? Il giorno dopo scrissi un testo. La mattina. La sera altri tre. Cazzate veloci veloci. Ma non erano poesie. Presi un foglio, ci feci le lettere dell'alfabeto cerchiate, lo girai e tristemente, con una mano sotto il mento, lo bucherellai cinque volte pensando che dovevo smetterla con quelle stronzate e trovarmi un interesse vero. O quantomeno un lavoro. Girai il foglio e le lettere che avevo bucato componevano la parola Mejfy. Nell'ordine. Che razza di interesse poteva essere mai quello, certo che di un lavoro con quel nome non avevo mai sentito parlare? Pensai tristemente alle mie poesie. E pensai che se non erano poesie allora potevano essere... com'è che era uscito scritto? Mejfy. Mmm, forse le lettere dell'alfabeto inglese potevo anche evitare di metterle.      

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